Disinformazione per destabilizzare gli equilibri geopolitici: gli scenari di rischio

Scenari di disinformazione per destabilizzare gli equilibri geopolitici

Disinformazione per destabilizzare gli equilibri geopolitici: gli scenari di rischio

La disinformazione è diventata un’arma potente e diffusa per influenzare l’opinione pubblica e destabilizzare gli equilibri geopolitici mondiali. Il suo impatto è favorito dall’avanzamento tecnologico dell’AI, che può essere sfruttata per alimentare contenuti falsi e la loro diffusione.

L’uso della disinformazione per influenzare l’opinione pubblica

I grandi Paesi della Terra sfruttano la disinformazione per sfidarsi a colpi di fake news, al fine di influenzare l’opinione pubblica, ad esempio depistandola in caso di elezioni presidenziali o in caso di conflitto. Un esempio di campagne di disinformazione che hanno agito e ancora oggi agiscono sull’opinione sul conflitto russo-ucraino e sulle elezioni statunitensi 2024 è quello legato alle troll farm legate a Yevgeny Prigozhin, leader del gruppo paramilitare della Federazione Russa Wagner, ex galeotto diventato miliardario ed eroe della Russia per le battaglie in Ucraina e poi ribellatosi al potere del Cremlino.

L’AI a sostegno della disinformazione

Lo sviluppo della tecnologia AI ha acuito il fenomeno della disinformazione, che può essere sfruttata per alimentare contenuti falsi e la loro conseguente diffusione. Un esempio di questo fenomeno è il caso delle elezioni di Taiwan del 2024, dove il gruppo di propaganda sostenuto dallo Stato cinese Spamouflage, Dragonbridge e Storm-1376 ha utilizzato l’intelligenza artificiale per creare video e audio falsi a sostegno del candidato del partito KMT favorevole alla Cina.

L’evoluzione della disinformazione

Mentre alcuni governi si sono attivati con politiche specifiche mirate alla lotta alla disinformazione, i ricercatori di tutto il mondo stanno studiando a fondo il fenomeno e come opera attraverso le reti di disinformazione, per facilitarne l’identificazione e il controllo. L’ex giornalista Amil Khan ha notato che per diversi anni la disinformazione si è sviluppata attraverso il controllo da parte di un unico software di centinaia o anche migliaia di account sui social media per diffondere lo stesso messaggio o link oppure per mettere like o condividere determinati post.

La lotta alla disinformazione

È bene sottolineare che l’intelligenza artificiale, così come viene utilizzata per creare disinformazione, rappresenta anche uno strumento di difesa da essa. Valent Projects, infatti, ha un sistema chiamato Ariadne, che raccoglie i feed dalle piattaforme social e cerca narrazioni e sentimenti comuni per individuare azioni insolite e coordinate.

Un nuovo rischio: la misinformazione

Accanto alla disinformazione la misinformazione, ossia la diffusione di informazioni errate in maniera inconsapevole, entrambe tra i maggiori rischi globali dei prossimi due anni, anche più pericolosi di conflitti militari, condizioni metereologiche estreme e inflazione.

La disinformazione è un rischio geopolitico che deve essere affrontato con strategie efficaci. L’avanzamento tecnologico dell’AI rende il fenomeno ancora più complesso, ma allo stesso tempo offre nuove opportunità per combatterla.

Suggerimenti, soluzioni, consigli e best practice

  • Implementare politiche specifiche per la lotta alla disinformazione a livello governativo.
  • Investire nella ricerca per comprendere meglio il fenomeno e sviluppare strumenti di difesa più avanzati.
  • Sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di verificare le informazioni prima di condividerle.
  • Collaborare a livello internazionale per affrontare il problema in maniera coordinata.
  • Utilizzare l’intelligenza artificiale anche come strumento di difesa dalla disinformazione.

Fonte: https://www.cybersecurity360.it/cybersecurity-nazionale/disinformazione-per-destabilizzare-gli-equilibri-geopolitici-gli-scenari-di-rischio/

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