Recenti indagini di cybersecurity hanno rivelato una massiccia campagna che ha coinvolto 131 estensioni Chrome, create per spam di massa su WhatsApp Web. Queste estensioni, per lo più installate da utenti brasiliani, sono state clonate e rebrandizzate sistematicamente da un’unica azienda, DBX Tecnologia, per aggirare i controlli anti-spam di WhatsApp e moltiplicare la diffusione di messaggi indesiderati.
Se usi WhatsApp Web col browser Chrome, verifica subito quali estensioni hai installato ed elimina tutte quelle sospette o legate all’automazione dei messaggi su WhatsApp. Aggiorna sempre il browser, installa solo estensioni ufficiali e attiva un antivirus aggiornato. Non scaricare mai componenti aggiuntivi da fonti sconosciute o da siti non verificati.
Come Nasce e Si Diffonde la Minaccia
L’Origine della Campagna: DBX Tecnologia e il Modello “Franchising”
Nel corso del 2025, i ricercatori di sicurezza informatica hanno individuato un pattern preoccupante sulla Chrome Web Store: una singolare estensione per WhatsApp Web veniva costantemente clonata e pubblicata sotto nomi e loghi diversi. Alla base di questa proliferazione c’era la società brasiliana DBX Tecnologia, specializzata in soluzioni CRM e automazione di marketing tramite WhatsApp.
Il vero obiettivo, però, andava oltre la produttività: queste estensioni permettevano di automatizzare l’invio di grandi volumi di messaggi su WhatsApp Web, eludendo i limiti e i filtri anti-spam del servizio. Per aumentare la diffusione e la resilienza contro eventuali ban da parte di Google, DBX Tecnologia ha lanciato un modello di “franchising white-label”: qualunque affiliato poteva rebrandizzare l’estensione e pubblicarla col proprio marchio, riversando così decine di nuove copie sulla piattaforma e massimizzando il bacino di utenti esposti.
Dettagli Tecnici: Funzionamento delle Estensioni e Rischi
Tutte le 131 estensioni scoperte hanno una base di codice identica e sono collegate alla stessa infrastruttura backend. Una volta installate, iniettano script direttamente nella pagina web di WhatsApp, automatizzando l’invio, la programmazione e la personalizzazione di messaggi e campagne.
Tra le estensioni con il maggior numero di installazioni figurano:
- YouSeller (circa 10.000 utenti)
- performancemais (239 utenti)
- Botflow (38 utenti)
- ZapVende (32 utenti)
Anche se non si tratta di malware tradizionali, queste estensioni rappresentano una minaccia concreta: automatizzano pratiche di spam, lasciano tracce nei dati di navigazione dell’utente, favoriscono la raccolta massiva di dati personali e possono essere sfruttate per ulteriori truffe o per veicolare futuri attacchi.
Diffusione e Impatto
Secondo le ultime analisi, oltre 20.900 dispositivi hanno installato almeno una di queste estensioni. Il fenomeno è stato particolarmente aggressivo negli ultimi nove mesi, con ondate regolari di nuovi upload, prove di aggiramento delle policy di Google e una presenza predominante nella community brasiliana di WhatsApp Web.
Molti sviluppatori affiliati a DBX Tecnologia hanno pubblicato videotutorial su YouTube, spiegando come sfruttare le estensioni per aggirare i limiti imposti da WhatsApp e massimizzare il volume dei messaggi spediti.
Rischi e Conseguenze Per Gli Utenti
- Violazione della privacy: Le estensioni possono accedere e registrare messaggi, contatti e cronologia delle chat.
- Spam massivo: L’utente rischia di vedere il proprio account WhatsApp bloccato per violazione delle policy anti-spam.
- Frodi e phishing: Il controllo automatizzato delle chat può essere usato per inviare link fraudolenti, tracciamento o raccolta illecita di informazioni.
- Rischio reputazionale e legale: L’uso di strumenti per invio massivo di spam può esporre l’utente a segnalazioni, sospensioni e responsabilità penali/civili.
Come Riconoscere Estensioni Pericolose
- Nomi generici o simili a strumenti famosi ma con poche recensioni.
- Funzionalità orientate all’automazione di WhatsApp Web, CRM e invio di messaggi in blocco.
- Presenza di diversi cloni identici di una stessa estensione, con pochi download ciascuno ma descrizioni molto simili.
- Richiesta di permessi invasivi o spiegazioni vaghe sulla raccolta dati.
Azioni da Parte dei Produttori di Browser e WhatsApp
Google vieta già, nelle sue policy, la pubblicazione di estensioni duplicate o con funzioni sovrapponibili, ma la capillarità del modello franchising rende difficile l’intercettazione tempestiva di tutte le varianti. Al momento in cui scriviamo, molte delle estensioni incriminate sono palesemente illegali rispetto alle regole della Chrome Web Store.
WhatsApp, dal canto suo, applica sofisticati sistemi di rilevamento per la prevenzione dello spam, ma l’automazione via browser è difficile da tracciare se mascherata dietro un’estensione “CRM”.
Le società di sicurezza informatica sottolineano però che queste strategie rappresentano la nuova frontiera dello spam e della truffa online: lo spostamento dei rischi dal dispositivo mobile al browser desktop. Si tratta di una conferma che il browser Chrome, data la sua enorme popolarità, diventa una delle principali vie d’ingresso per rischi informatici, siano essi malware classici, spyware o spamware.
Azioni di Protezione
Per tutelarsi da queste e future minacce:
- Controlla regolarmente le estensioni installate: vai su chrome://extensions e rimuovi qualunque componente aggiuntivo sospetto o che non utilizzi attivamente.
- Scarica solo da sviluppatori noti e dal Chrome Web Store ufficiale: evita soluzioni di terze parti, soprattutto se pubblicizzate come strumenti per automazione.
- Attiva e aggiorna un software di sicurezza affidabile che comprenda la protezione del browser.
- Non cedere alla tentazione degli strumenti “miracolosi” per CRM e marketing: spesso promettono efficienza ma celano finalità dannose.
- Aggiorna il browser e il sistema operativo con la massima regolarità per ridurre vulnerabilità note.
Se lavori con clienti o in ambiente aziendale:
- Forma regolarmente il personale sui rischi delle estensioni di terze parti.
- Crea policy che vietino o regolamentino l’uso di estensioni a supporto delle attività lavorative.
- Monitora le attività sospette tramite soluzioni di sicurezza avanzate, capaci di identificare anomalie comportamentali in chat aziendali.
In caso di sospetti:
- Cambia immediatamente le credenziali di accesso a WhatsApp e agli altri account sensibili.
- Segnala l’estensione sospetta a Google tramite l’apposita funzione di segnalazione nel Chrome Web Store.
- Valuta di effettuare una scansione approfondita del sistema per malware e altri software indesiderati.
Oggi più che mai, la sicurezza passa da consapevolezza, formazione e attenzione quotidiana a ciò che si installa e si utilizza sul proprio browser. Non fidarti di promo “facili” e soluzioni troppo belle per essere vere: la vera protezione comincia dal buon senso digitale.





