OpenAI ha deciso di limitare la possibilità di usare ChatGPT per ottenere consulenze personalizzate in ambito medico, legale e finanziario. Questo significa che non potrai più chiedere alla chat di diagnosticare sintomi, suggerire terapie, scrivere ricette, stilare contratti o fornire consigli su investimenti da eseguire personalmente. Tuttavia, ChatGPT resta uno strumento affidabile per spiegazioni generali e per imparare concetti tecnici. Queste nuove linee guida, pensate per migliorare la sicurezza degli utenti ed evitare rischi legali, sono destinate a cambiare il modo in cui usiamo l’AI nella nostra quotidianità.
Cosa fare subito:
Non affidarsi mai a ChatGPT per decisioni mediche o legali importanti. Rivolgersi sempre a professionisti qualificati. Usare l’AI solo per informarsi in modo generale.
ChatGPT cambia volto: stop alle consulenze specialistiche
Negli ultimi giorni, OpenAI ha annunciato una svolta importante: ChatGPT non potrà più dare consigli personalizzati in campo medico, legale e finanziario. La decisione, che risponde a pressioni normative internazionali e a timori per la sicurezza degli utenti, impatta gli utenti di tutto il mondo e ridefinisce l’utilizzo pratico dell’AI nei settori più delicati.
Dalla consulenza all’informazione
Fino a poco tempo fa, ChatGPT veniva ampiamente utilizzato da persone comuni e professionisti per ottenere rapidamente pareri su questioni giuridiche, dubbi medici, scelte finanziarie o per preparare documenti e lettere legali. Oggi OpenAI chiarisce: ChatGPT può solo spiegare concetti in modo generale, non dare indicazioni concrete su cosa fare nel tuo caso specifico.
Chi usa ChatGPT per farsi guidare in scelte di salute, lavoro, investimenti, controversie legali o altro, dovrà rivolgersi ai professionisti abilitati. L’AI rimane però una risorsa importante per capire cos’è un testamento, come funzionano le detrazioni fiscali, oppure per informarsi sui principali diritti del paziente.
Cosa dice OpenAI: motivi delle nuove regole
Secondo OpenAI, le principali ragioni di questo cambio di rotta sono tre:
- Rischi di responsabilità legale: Dare consigli medici o legali sbagliati può danneggiare le persone. Se una cura suggerita dalla AI causa problemi di salute, o un parere legale porta a una perdita sostanziale o a un processo, la responsabilità legale diventa molto complessa.
- Regolamentazioni più severe: Governi e autorità di varie nazioni stanno lavorando a nuove norme per limitare l’uso dell’AI in ambiti delicati. L’obiettivo è impedire che strumenti non supervisionati sostituiscano professionisti abilitati.
- Tutela della fiducia degli utenti: OpenAI punta a mantenere la reputazione di ChatGPT. Un abuso della piattaforma per scopi inappropriati rischia di minare la fiducia nel servizio e danneggiare la credibilità dell’azienda.
Cosa puoi ancora chiedere a ChatGPT?
Le nuove policy non vietano del tutto domande su temi medici o giuridici, ma limitano la possibilità di ottenere risposte personalizzate. Ecco cosa puoi ancora fare:
- Chiedere spiegazioni su termini complessi (“Cos’è una biopsia?”, “Come funziona un mutuo ipotecario?”).
- Informarti sulle leggi e le procedure generali (“Che diritti ha un lavoratore part time?”, “Come si fa una successione?”).
- Esplorare concetti di base di economia, medicina, diritto e altre discipline.
Cosa invece non puoi più ricevere:
- Diagnosi o suggerimenti su trattamenti personalizzati (“Ho dolore alla schiena, cosa devo fare?”).
- Istruzioni su farmaci o terapie (“Posso prendere questi antibiotici insieme?”).
- Consulenza su investimenti, patrimoni, contratti (“Come investo i miei risparmi questo mese?”).
- Redazione di atti legali su misura (“Scrivimi una procura per comprare casa”).
- Consigli su come difendersi in un processo o risolvere controversie individuali.
Perché è importante questa distinzione?
L’AI non ha competenze, abilitazione o responsabilità come quelle di un medico, avvocato o consulente finanziario. Inoltre, i dati su cui si basa possono essere incompleti, generici o non aggiornati. Senza la capacità di valutare singoli casi specifici, il rischio di errore è altissimo.
In passato, alcuni utenti hanno seguito suggerimenti pericolosi dati da chatbot. Ad esempio, ci sono stati casi in cui l’AI ha consigliato dosaggi errati di farmaci, interpretazioni legali scorrette o strategie fiscali non valide, esponendo le persone a rischi gravi. Questi episodi hanno acceso l’allarme tra autorità sanitarie e ordini professionali.
La nuova posizione di ChatGPT nel panorama digitale
D’ora in avanti, ChatGPT vuole posizionarsi come uno strumento educativo e non come un consulente professionale. Questo allineamento rispetta meglio il ruolo dell’AI come amplificatore della conoscenza, non come sostituto della consulenza esperta.
L’AI resta utilissima per:
- Semplificare concetti complessi (ad esempio, spiegare come funziona un trattamento sanitario).
- Offrire panoramiche su tematiche giuridiche o sanitarie.
- Aiutarti a preparare una visita dal medico, fissare domande, capire quali documenti servano in tribunale.
Non potrà invece mai:
- Prendere decisioni al posto tuo.
- Sostituire il giudizio individuale di un esperto.
- Offrirsi come servizio di consulenza vera e propria.
Le regole di OpenAI: cosa dice la nuova policy
Le nuove regole sono ora ufficialmente inserite nei Termini di servizio di OpenAI:
- Non fornire consigli personalizzati in medicina, legge o finanza.
- Vietato usare ChatGPT senza la supervisione di un professionista autorizzato per questi ambiti.
- L’AI non può creare documenti ufficiali o compiere atti che richiedono titoli professionali.
- Non si possono usare le sue risposte per sostituire l’esame clinico o la valutazione di un esperto.
- Ulteriori limiti si applicano a chi cerca di utilizzare la IA per il riconoscimento facciale, la frode o l’illegalità.
Come sfruttare comunque ChatGPT, in sicurezza
Molto dipende da come formuli la domanda. Se vuoi usare ChatGPT al meglio, segui questi suggerimenti:
Cosa fare:
- Chiedi sempre informazioni generali, non soluzioni su misura.
- Usa le spiegazioni della IA per preparare incontri con esperti o per chiarirti idee prima di consulti formali.
- Verifica sempre le informazioni fornite confrontandole con fonti ufficiali o pareri di professionisti.
- Fai domande mirate per comprendere come funziona un concetto, non cosa conviene fare.
Cosa evitare:
- Non prendere decisioni mediche, legali, finanziarie sulla base esclusiva delle risposte di ChatGPT.
- Non inviare mai dati sensibili, cartelle cliniche o dettagli personali nella chat.
- Non chiedere all’AI di redigere atti ufficiali, prescrivere terapie o suggerire investimenti.
L’impatto per professionisti e aziende
Per i concessionari di servizi legali, scuole, ambulatori e compagnie assicurative, questa transizione impone di ripensare l’interazione uomo-AI:
- Chi offre servizi automatizzati dovrà ricorrere a veri specialisti almeno per la revisione finale delle risposte AI in ambiti sensibili.
- L’AI si conferma un acceleratore di conoscenza, ma non può essere lasciata senza controllo umano dove sono in gioco salute, giustizia, denaro e diritti fondamentali.
Verso il futuro: la regolamentazione dell’AI in Italia e in Europa
Le autorità italiane ed europee stanno varando nuove normative per proteggere i cittadini dai rischi dell’intelligenza artificiale mal gestita. Si parla di:
- Audit di conformità per gli algoritmi AI usati in medicina, giustizia e finanza.
- Responsabilità chiare in caso di danni causati da decisioni automatizzate.
- Trasparenza sull’uso e i limiti dei chatbot.
OpenAI si muove d’anticipo verso questo scenario, applicando regole più severe prima ancora che siano imposte dalla legge.
Consigli e azioni più approfondite
- Consulta sempre professionisti abilitati in caso di problemi di salute, questioni legali o scelte finanziarie rilevanti, anche quando usi l’AI per informarti.
- Affidati solo a fonti ufficiali (Ministero della Salute, Ordine degli Avvocati, Consob, ecc.) per decisioni importanti.
- Se gestisci un’attività che usa soluzioni AI, organizza corsi di formazione per imparare a integrare la tecnologia senza sostituire il valuatione umano nei settori regolamentati.
- Aggiorna costantemente la policy aziendale sull’uso dell’AI, verificando le normative sul trattamento dei dati personali e sull’abilitazione dei consulenti.
L’uso responsabile dell’AI passa dalla consapevolezza dei suoi limiti: usala per imparare, non per decidere quando è in gioco la tua salute, i tuoi soldi, i tuoi diritti.
Fonte: https://lifehacker.com/tech/chatgpt-can-still-give-legal-and-health-advice?utm_medium=RS





