Phishing su Google Cloud Run: la nuova frontiera delle minacce informatiche
Negli ultimi mesi si è osservato un preoccupante aumento di campagne di phishing sempre più sofisticate, che sfruttano infrastrutture cloud legittime per distribuire malware e compromettere le difese delle aziende e degli utenti privati. In particolare, l’uso di Google Cloud Run come vettore per la diffusione di software malevolo sta diventando una tattica d’elezione tra i cybercriminali, rendendo la minaccia particolarmente insidiosa e difficile da intercettare.
Che cos’è Google Cloud Run e perché viene sfruttato
Google Cloud Run è una piattaforma di cloud computing offerta da Google che permette agli sviluppatori di eseguire container in modo scalabile e gestito. L’accessibilità, l’infrastruttura affidabile e la reputazione del servizio rendono difficile distinguere tra traffico legittimo e attività malevole, offrendo ai criminali informatici un canale privilegiato per le proprie operazioni.
La tecnica sfrutta la fiducia degli utenti nei confronti di Google e dei suoi servizi, beneficiando anche delle infrastrutture di sicurezza e delle elevate prestazioni della piattaforma. Questo permette ai malware di eludere diversi controlli di sicurezza tradizionali, tra cui filtri antispam, sandbox e soluzioni di sicurezza endpoint, aumentando il tasso di successo delle campagne di phishing.
Come funziona la campagna di phishing
I cybercriminali realizzano campagne di phishing inviando email che sembrano provenire da fonti affidabili, spesso utilizzando social engineering per convincere la vittima ad aprire un link o scaricare un allegato. La vera novità sta nel fatto che il link dannoso punta a un’applicazione ospitata su Google Cloud Run, rendendo il dominio apparentemente innocuo.
Una volta cliccato il link, la vittima viene reindirizzata a una pagina che imita un servizio legittimo o viene convinta a scaricare un file infetto. Nei casi più avanzati, la landing page è dotata di funzionalità per raccogliere le credenziali dell’utente o per iniettare script che installano malware in background.
Le fasi principali dell’attacco
- Invio massivo di email di phishing con mittente contraffatto
- Link che punta a un’app su Google Cloud Run
- Pagina malevola che replica servizi noti (es. login di portali aziendali, provider cloud, servizi finanziari)
- Raccolta delle credenziali o distribuzione di malware sul dispositivo della vittima
- Eventuale utilizzo delle credenziali rubate per ulteriori movimenti laterali o attacchi mirati
Pericoli legati all’attacco
Questo tipo di attacco si distingue per alcune caratteristiche particolarmente rischiose:
- Difficile da bloccare: I domini Google sono generalmente presenti nelle whitelist delle aziende, rendendo complesse le attività di filtraggio.
- Alta credibilità: L’uso di marchi noti e domini ufficiali inganna anche gli utenti più esperti.
- Impatto potenziale elevato: Le credenziali rubate possono essere impiegate per furti di identità, ransomware, accesso a dati sensibili o manomissione dei sistemi informatici.
Come proteggersi contro il phishing su Google Cloud Run
Di fronte a questa nuova forma di attacco, difendersi richiede un approccio multilivello e aggiornato alle ultime tecniche di social engineering e sfruttamento delle infrastrutture cloud.
1. Formazione e sensibilizzazione
- Aggiornare la formazione: Organizzare sessioni periodiche di formazione sulla sicurezza informatica incentrate sulle nuove tecniche di phishing, con esempi pratici di email che sfruttano servizi cloud.
- Simulazioni: Eseguire campagne simulate di phishing per testare la risposta del personale e identificare eventuali punti deboli.
2. Aggiornamento delle policy di sicurezza
- Review delle whitelist: Rivalutare le policy di whitelisting per i domini Google, valutando la possibilità di imporre controlli aggiuntivi per i link che puntano a Google Cloud Run.
- Filtri personalizzati: Utilizzare soluzioni di sicurezza avanzata (come sandboxing e analisi del comportamento) in grado di intercettare anche le minacce provenienti da piattaforme cloud.
- Verifica degli URL: Implementare strumenti di URL rewriting e analisi automatica dei link inclusi nelle email per intercettare eventuali comportamenti sospetti.
3. Adozione di tecnologie di difesa avanzate
- Autenticazione Multi-Fattore (MFA): Ridurre il rischio di compromissione delle credenziali implementando l’autenticazione a due fattori su tutte le piattaforme sensibili.
- Monitoraggio e threat intelligence: Integrarsi con servizi di threat intelligence per ricevere informazioni aggiornate sulle minacce emergenti che sfruttano servizi cloud.
- Analisi dei log: Monitorare costantemente i log di accesso e di attività nei servizi cloud, per identificare tentativi sospetti di autenticazione o download anomali.
4. Buone pratiche individuali
- Verifica dei link: Non cliccare mai su link sospetti, anche se provengono da domini Google. Passare il mouse sopra il link per controllare la destinazione reale.
- Cautela con gli allegati: Non aprire mai allegati da mittenti sconosciuti o non attesi.
- Segnalazione: In caso di dubbi, segnalare tempestivamente l’email sospetta all’IT aziendale o a un responsabile della sicurezza.
Cosa fare in caso di compromissione
Se sospetti di aver cliccato su un link malevolo o di aver scaricato un file infetto, segui questi passaggi:
- Scollega immediatamente il dispositivo da internet per limitare l’eventuale diffusione del malware.
- Cambia subito le password di tutti i servizi sensibili, dando priorità agli account email e ai servizi cloud.
- Avvisa il team IT aziendale o un esperto di sicurezza che possa eseguire una scansione approfondita del sistema.
- Se l’azienda utilizza servizi cloud, forza l’invalidazione delle sessioni attive e monitora possibili accessi non autorizzati.
Suggerimenti pratici per rafforzare la difesa digitale
- Adotta soluzioni di email security di nuova generazione, capaci di analizzare i contenuti delle email e i loro allegati in tempo reale.
- Integra la threat intelligence nei processi di sicurezza per ricevere avvisi su nuove campagne di phishing che sfruttano servizi cloud.
- Promuovi una cultura aziendale dove ogni dipendente si senta responsabile della sicurezza informatica, incentivando la segnalazione di situazioni sospette.
- Investi in sistemi di Zero Trust, dove ogni accesso viene attentamente controllato e verificato, indipendentemente dalla provenienza.
La crescente ingegnosità degli attacchi di phishing che sfruttano infrastrutture cloud legittime rappresenta una sfida significativa per aziende e privati. Google Cloud Run è solo uno degli ultimi esempi di servizi utilizzati per bypassare le difese tradizionali. La consapevolezza, la formazione continua, l’adozione di tecnologie di sicurezza innovative e un atteggiamento proattivo nella gestione dei rischi sono le chiavi per proteggere dati e risorse dalle minacce digitali in continua evoluzione.
Solo combinando strategie tecnologiche e comportamentali è possibile mitigare il rischio, rafforzare la postura di sicurezza e affrontare con successo le nuove frontiere degli attacchi informatici.





