il caso inquietante del gruppo 764 fermato dall’FBI

Abusi, mutilazioni e incitamento al suicidio: il caso inquietante del gruppo 764 fermato dall’FBI

Il gruppo 764: quando l’estremismo digitale si trasforma in abusi reali

Negli ultimi mesi, l’attenzione delle autorità internazionali si è concentrata su una nuova e inquietante minaccia emergente dal mondo digitale: il gruppo 764. Questa organizzazione, attiva su piattaforme di social media e canali di gioco online, è stata smantellata grazie a un’operazione coordinata dall’FBI e da diverse forze di polizia europee e statunitensi. La vicenda ha svelato scenari di abusi su minori, manipolazione psicologica, istigazione al suicidio, mutilazioni autoinflitte e una galassia di crimini digitali organizzati.

Origini e struttura del gruppo 764

Il gruppo 764 nasce nel 2021, fondato da un adolescente texano che ha creato un server Discord con l’intento di costruire una comunità esoterica e violenta. Il nome stesso deriva dalle prime tre cifre del codice postale di Stephenville, Texas, una scelta che sottolinea le radici americane del movimento, ma che non gli ha impedito di espandersi rapidamente a livello globale grazie all’anonimato garantito dalla rete.

Questa organizzazione si contraddistingue per un’estrema decentralizzazione, che ha permesso a diversi nuclei operativi di agire in autonomia, sfruttando la tecnologia per reclutare giovani e giovanissimi, spesso minori, attraverso l’inganno e la manipolazione. I membri, spesso loro stessi adolescenti, adottano pratiche di radicalizzazione, sadismo e coercizione psicologica, spingendo le vittime a compiere e condividere atti estremi.

Le attività criminali e le dinamiche di manipolazione

Le indagini dell’FBI e delle forze dell’ordine italiane ed europee hanno portato alla luce un modus operandi inquietante:

  • Adescamento delle vittime tramite social network e piattaforme di gioco online.
  • Creazione di un rapporto di fiducia e dipendenza psicologica.
  • Estorsione e minaccia per costringere i minori a produrre contenuti violenti, autolesionistici o sessuali, anche in diretta streaming.
  • Scalata gerarchica tra i membri del gruppo in base alla gravità degli atti commessi o indotti nelle vittime.
  • Condivisione e vendita di immagini e video su canali nascosti e criptati.

Le vittime, spesso ragazzi fragili o con disturbi pregressi, vengono indotte all’uso di droghe, all’automutilazione, fino all’istigazione al suicidio o alla commissione di atti violenti contro altri o animali. L’obiettivo dichiarato del gruppo è quello di “portare il terrore nel mondo mondano” e “idolatrare la morte”, in un mix tra esoterismo, ideologie radicali e pura distruzione sociale.

Arresti e operazione internazionale

L’operazione culminata nel 2025 con l’arresto di due giovani statunitensi, presunti leader della cellula americana, rappresenta un importante successo investigativo. Ma il fenomeno, pur colpito duramente, non è concluso. Numerosi membri sono ancora attivi e la natura fluida e globale del gruppo rende difficile un’azione repressiva definitiva.

Negli ultimi mesi, la polizia italiana ha arrestato anche un adolescente a Bolzano, accusato di partecipazione a organizzazione terroristica e produzione di materiale pedopornografico, con il sospetto che stesse pianificando la realizzazione di filmati snuff. In diversi casi, gli inquirenti hanno documentato tentativi di omicidio, mutilazioni e messa in rete di “guide” dedicate allo sfruttamento dei minori.

Le connessioni con l’estremismo e il satanismo

Il gruppo 764 non è un fenomeno isolato, ma si inserisce in un contesto di reti ancora più oscure, spesso legate a movimenti satanisti come l’Order of Nine Angles e a ideologie estremiste che puntano alla distruzione della società attraverso il caos e la perversione. Alcuni ex-alleati, come il collettivo No Lives Matter, hanno preso le distanze proprio a causa delle derive violente e pedofile della 764, ma restano molti punti oscuri sulle reali relazioni tra questi gruppi.

Prevenzione: come proteggere i minori dai pericoli digitali

Davanti a minacce così insidiose, è fondamentale agire su più livelli per prevenire che simili tragedie si ripetano. Ecco alcuni suggerimenti e consigli rivolti a genitori, educatori e ragazzi stessi.

1. Dialogo e informazione costante

Parlare apertamente con i propri figli e studenti dei rischi legati all’uso di internet e dei social network è la prima forma di protezione. Bisogna spiegare che esistono persone che sfruttano la vulnerabilità emotiva e la curiosità dei giovani per manipolarli a fini criminali.

2. Monitoraggio delle attività online

Soprattutto nel caso di minori, è importante monitorare le piattaforme frequentate, i contatti e i contenuti fruiti. Software di parental control e un confronto regolare sull’attività digitale aiutano a individuare tempestivamente segnali di pericolo.

3. Riconoscere i segnali di allarme

Cambiamenti improvvisi nell’umore, isolamento, ansia, paura di utilizzare dispositivi digitali o segreti riguardo alle attività online possono essere campanelli d’allarme. Un altro indicatore importante è la presenza di contatti sospetti provenienti da gruppi, chat o canali non verificati.

4. Educazione alla consapevolezza digitale

È fondamentale insegnare alle nuove generazioni a riconoscere i tentativi di adescamento, le strategie manipolative e le tecniche di social engineering utilizzate da queste organizzazioni. Corsi scolastici e campagne di sensibilizzazione sono strumenti essenziali.

5. Denuncia e collaborazione con le autorità

Qualsiasi sospetto di contatto o richiesta sospetta va denunciato immediatamente alla polizia postale, alle forze dell’ordine o ai centri di ascolto specializzati. Collaborare con le autorità può salvare vite e mettere fine alle attività di gruppi criminali.

6. Supporto psicologico alle vittime

Le vittime di manipolazione online, abusi o istigazione al suicidio devono essere accompagnate da professionisti della salute mentale, per evitare che il trauma si trasformi in disagio cronico o in comportamenti autolesionistici.

Il ruolo delle istituzioni e della società

Oltre al lavoro delle forze dell’ordine, la società civile deve giocare un ruolo attivo nella prevenzione. Le piattaforme digitali sono chiamate a rafforzare i sistemi di rilevamento dei contenuti illegali e a collaborare con le autorità. Le scuole devono integrare una vera educazione digitale nei loro programmi. I media hanno il compito di informare senza creare allarmismi, ma fornendo strumenti utili alla comprensione e alla difesa.

La storia del gruppo 764 rappresenta una delle più gravi degenerazioni dell’uso criminale della tecnologia contro i minori. Il contrasto a queste reti richiede uno sforzo coordinato tra famiglie, scuole, forze dell’ordine e società civile. Solo attraverso la prevenzione, l’educazione digitale e una sorveglianza attenta si può sperare di arginare fenomeni così drammatici e tutelare le nuove generazioni dai pericoli del cyberspazio.

Restare informati, dialogare e denunciare sono i primi passi per proteggersi e reagire di fronte alla criminalità digitale, perché nessun adolescente debba mai sentirsi solo o vittima degli orrori di una rete nascosta.

Fonte: https://www.redhotcyber.com/post/abusi-mutilazioni-e-incitamento-al-suicidio-i-mostri-del-gruppo-764-fermati-dallfbi

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