Vietato l’uso degli smartphone a scuola: responsabilità e nuove regole nel mondo

Vietato l’uso degli smartphone a scuola: responsabilità e nuove regole nel mondo

In tutto il mondo l’uso degli smartphone a scuola è oggetto di restrizioni sempre più rigorose, mentre cresce l’attenzione su privacy e tutela dei ragazzi. Oggi più di 60 Paesi hanno adottato norme per limitarli, sia per evitare distrazioni che per proteggere i dati personali. I dirigenti scolastici possono essere ritenuti responsabili qualora avvengano violazioni della privacy o circolazione di contenuti illeciti a causa di un uso poco controllato dei device digitali nelle scuole. Ecco cosa fare: stabilisci regole chiare sull’uso dei cellulari, promuovi la consapevolezza tra studenti e genitori, forma il personale scolastico sulle corrette procedure di gestione della privacy, e attiva un sistema rapido di segnalazione e intervento in caso di incidenti.


Smartphone vietati a scuola: tendenza globale e premesse normative

Negli ultimi anni il dibattito sull’uso dei cellulari a scuola si è trasformato in un vero movimento internazionale. Esperti, famiglie, dirigenti e organismi come l’UNESCO concordano: i rischi dello smartphone in classe, tra cui cyberbullismo, perdita di concentrazione e potenziali violazioni della privacy, sono concreti e meritevoli di attenzione prioritaria.

Le normative nazionali: come si muovono i Paesi

Ad oggi, oltre 60 sistemi scolastici nazionali hanno attuato un divieto totale o parziale degli smartphone durante le lezioni o l’intera giornata scolastica. In Francia, ad esempio, è vietato portare il cellulare nelle scuole secondarie, salvo casi particolari come esigenze mediche o disabilità. In Spagna, la raccomandazione è vietare i cellulari nelle primarie e limitarli severamente nelle secondarie, con l’Agenzia nazionale per la protezione dei dati che consiglia di non usare dispositivi privati per la didattica. In Svezia, il divieto riguarda le scuole fino alla nona classe, anche durante la ricreazione, e si promuove il ritorno ai libri cartacei. Nel Regno Unito, la linea guida è favorire il divieto totale, con raccolta e deposito dei dispositivi prima dell’inizio delle lezioni.

Sempre più Paesi si stanno allineando. Brasile, Finlandia, Australia, Italia, Cina, Israele, Ghana, Rwanda, Ungheria, Kazakistan, Canada, Stati Uniti (in numerosi stati), Norvegia, Olanda, Portogallo e altri ancora stanno introducendo o rafforzando regolamenti analoghi. L’obiettivo dichiarato è duplice: garantire il benessere psicofisico degli studenti e tutelare la privacy, responsabilizzando in modo diretto la scuola in caso di abusi o illeciti.

Le ragioni del divieto: attenzione a privacy, benessere, inclusione

Ogni governo motiva le nuove normative principalmente con due argomenti:

  • Tutela della privacy: L’uso scorretto di fotocamere e microfoni può produrre la diffusione non autorizzata di immagini, audio, video o dati sensibili di altri studenti o insegnanti. La condivisione online di questi materiali, anche involontaria, è causa frequente di gravi danni reputazionali e psicologici, costituendo una possibile violazione delle leggi nazionali e internazionali sulla protezione dei dati personali.
  • Benessere ed efficacia didattica: L’Organizzazione Mondiale della Sanità e numerosi studi evidenziano il legame tra uso intenso di smartphone e disturbi del sonno, calo del rendimento scolastico, ansia, isolamento sociale e disturbi dell’umore, specialmente tra le ragazze in età preadolescenziale. Eliminare o ridurre i dispositivi facilita la concentrazione, la socializzazione, il rispetto delle regole e la prevenzione del cyberbullismo.

Cosa rischia il dirigente scolastico in caso di violazioni

Nella legislazione e nella prassi dei principali Paesi europei e americani, il dirigente scolastico (o preside) riveste un ruolo di vigilanza e accountability. Egli può essere chiamato a rispondere in caso di:

  • Violazione della privacy: Se in seguito all’uso di smartphone emergono violazioni documentate (ad esempio, condivisione non autorizzata di immagini private, uso illecito di app di messaggistica per diffondere foto o video), il dirigente può essere indagato per omessa vigilanza, violazione normatica, mancata attuazione di misure di sicurezza idonee.
  • Diffusione di contenuti illeciti: In caso di video, immagini o messaggi diffamatori, minacciosi o discriminatori diffusi dagli studenti, la scuola rischia sanzioni amministrative e, nei casi più gravi, citazioni civili e penali. Il preside deve dimostrare di aver attuato tutte le misure preventive e correttive previste dalla legge.
  • Incidenti non segnalati o sottovalutati: Mancata segnalazione tempestiva alle autorità competenti, mancata collaborazione con le famiglie o minimizzazione di episodi può aggravare la posizione della scuola in un eventuale procedimento.

In Italia come altrove, la responsabilità diretta scatta quando non si siano adottate procedure, regolamenti interni, corsi di formazione e sistemi di controllo idonei a prevenire questi incidenti. La scuola può essere considerata responsabile anche civilmente verso le famiglie delle vittime.

Raccomandazioni internazionali e best practice

Dai Paesi e dagli organismi internazionali emergono linee guida comuni:

  • Regolamento interno chiaro: Ogni istituto dovrebbe dotarsi di un regolamento sull’uso degli smartphone, condiviso con studenti, personale e famiglie. Deve essere esplicito su divieti, eccezioni, sanzioni, procedure di raccolta, deposito e restituzione dei device.
  • Formazione continua: Insegnanti, personale di segreteria e dirigenti devono ricevere una formazione aggiornata sulla privacy, la sicurezza digitale e la gestione delle emergenze tecnologiche.
  • Coinvolgimento delle famiglie: Dialogare con i genitori per spiegare rischi, benefici e motivazioni delle restrizioni. Le famiglie devono essere parte attiva nella prevenzione e nella gestione dei casi critici.
  • Educazione digitale: Promuovere tra gli studenti la consapevolezza dei rischi connessi all’uso scorretto dei device, dei social network e della pubblicazione online di contenuti, suggerendo alternative sicure e strumenti di protezione della privacy.
  • Sistemi di monitoraggio e pronto intervento: Prevedere canali di segnalazione rapida per le violazioni, gruppi di lavoro e referenti interni per la privacy e la sicurezza digitale.

Cosa succede se le misure non sono adeguate?

La scuola che non adotta o non aggiorna le proprie politiche rischia:

  • Sanzioni amministrative dai garanti nazionali della privacy.
  • Contenziosi civili o penali se studenti o terze parti subiscono danni gravi.
  • Danni reputazionali a causa di scandali o incidenti mediatici.
  • Perdita di fiducia da parte di famiglie e comunità.

La responsabilità del dirigente, però, si limita quando può dimostrare di aver attuato diligentemente tutte le misure previste; la soglia di responsabilità aumenta se invece emergono omissioni, superficialità o tolleranza verso comportamenti scorretti.

Azioni e consigli pratici per scuole e dirigenti

Registra ogni incidente: Annota con precisione ogni episodio legato all’uso improprio degli smartphone e documenta le azioni intraprese.

Aggiorna il regolamento annualmente: Effettua ogni anno una revisione delle policy e delle procedure interne, valutando i nuovi rischi e le soluzioni tecnologiche disponibili.

Offri incontri formativi: Organizzi incontri periodici con docenti, famiglie e studenti, magari con esperti esterni di diritto e sicurezza digitale.

Prevedi sanzioni graduate ed eque: Assicurati che le conseguenze disciplinari siano proporzionate, trasparenti e uguali per tutti.

Cura la comunicazione di crisi: Prepara protocolli per la comunicazione rapida ed efficace in caso di incidenti, per tutelare la privacy e informare tempestivamente le autorità e le famiglie coinvolte.


Approfondisci la formazione sulla privacy digitale, crea alleanze con esperti e enti locali per il supporto psicologico agli studenti, rinnova costantemente le strategie di comunicazione e prevenzione coinvolgendo attivamente tutta la comunità scolastica.
Adotta software di controllo e filtri, valuta la presenza di device sicuri per esigenze didattiche, non trascurare mai l’aggiornamento normativo e tecnologico.
Il successo di una scuola passa oggi anche attraverso la capacità di anticipare, gestire e risolvere i rischi digitali, salvaguardando insieme apprendimento, benessere ed etica.

Fonte: https://www.federprivacy.org/strumenti/accesso-ristretto/divieto-di-cellulari-a-scuola-in-caso-di-violazioni-della-privacy-o-diffusione-di-contenuti-illeciti-il-dirigente-puo-essere-chiamato-a-rispondern

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